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Perché voto Movimento 5 Stelle
Pubblicato in: 4 chiacchiere, Politica, Società | 4 maggio 2012 - 19:04

Nascere dalla parte sbagliata in Italia è un attimo. Ti basta un genitore -uno solo dei due è sufficiente- che sia ancora memore della grande guerra e si porti dietro zavorre valoriali tipo “l’onestà è la prima cosa”, e questo in un paese che, intanto che tu cresci e su quelle zavorre ti costruisci una linea interiore diritta diritta, stia invece dismettendo ogni remora e avviandosi a passo di danza verso il falò delle verità.

Capita, allora, di ritrovarsi bell’e pronti per fare le spese di una brutta storia molto più grande di te. Capita, allora, di diventare bravi a fare le valigie, a prendere treni, imparare le lingue e inventarsi mestieri. Capita di dare per scontato, non avendo mai visto altro da che sei nato, che così debba andare e abituarsi pian piano a una vita dura, divisa, isolata. Capita, col passare di troppi anni vissuti così, di affievolirsi fino a parlare sottovoce, camminare sotto il muro, pensare sottotono. Il lavoro che fai è di quelli lasciati liberi da un sistema chiuso di famiglie e conoscenze che non hai e che per la verità non ti piacerebbe avere. Sei per sempre, e lo capisci bene, da quella parte sbagliata non disponibile ad avanzare truccando il gioco dentro un mondo che pretende di giocare senza regole e ride sprezzante degli ostinati. Capita, col tempo, di arrivare a credere di non avere scelta.

Un giorno poi, non sapresti davvero dire come accade, sarà che ogni storia eccessiva produce da sé i suoi anticorpi, sarà che se porti all’estremo il peggio il meglio ti diventa più evidente per contrasto, sarà che qualche volta capitano anche le cose buone, un giorno ti ritrovi in una piazza, un salotto, su una panchina insieme a gente che ti somiglia. Li riconosci perché hanno la pelle schiarita da un eccesso d’ombra, come te cominciano i discorsi un po’ incerti, sono abituati a dire cose che non hanno senso per nessun altro -perché stavolta dovrebbe essere diverso?-. Li riconosci perché quando si accorgono di essere accolti diventano fiumi in piena, sanno un sacco di cose e tutte nuove. Mentre si consumava lo spettacolo chiassoso di un paese ansioso di dimenticarsi di sé, hanno avuto tanto tempo per osservare dagli angoli. Nuvole intense che hanno bisogno di piovere. E ci si inonda a vicenda, ed è un rincorrersi di Anche tu e Anch’io. E lo senti che è un ritrovarsi più che un conoscersi. Uno scoprire grato che non si era soli e nemmeno pochi ma solo ignari, anche colpevolmente, di tante troppe cose.Tornare da un incontro così è impossibile, si può solo procedere, e allora, a seguire, vai a sederti in stanze festose e vocianti a parlare di rifiuti, di acqua, di aria, di partecipazione, di trasparenza, di cose così, cose semplicemente tue. Dentro ti si spalancano tante porte dimenticate e re-impari a respirare, a digerire, a sorridere, a considerare l’esistenza tua come di chiunque altro. Ricordi il tuo totale diritto ad esistere, il tuo totale dovere di esserci. E pensi, ecco, anche questo tempo di ferro ha una sua risposta possibile.

Riesci finalmente ad articolare pensieri giusti, corretti, equanimi. Solo servi erano quelli che c’hanno messo fuori dalla nostra stessa vita e a te stesso non perdonerai mai più l’aver creduto altro, l’aver lasciato fare. La strada è chiara e faticosa ma gioia è la parola che pronunceresti per prima se dovessi raccontarla. Esserci, partecipare, conoscere. È possibile davvero immaginare per se stessi qualcosa di meglio? Ogni cosa è perfetta ed è meraviglia, le marce, i gazebo, i volantini, le risate e anche le critiche, gli sfottò, persino gli insulti, perché no. Cosa importa, se in te è nato finalmente il luogo che avresti da sempre voluto abitare.

Chi scrive non avrebbe mai pensato né di schierarsi né di dichiarare pubblicamente la propria posizione politica, schierarsi mi è sempre sembrato che equivalesse a limitare la propria libertà, ridurre la propria intelligenza. Aderisci a una parte e poi cominci a cercare di far stare la realtà in quella parte, a violentare la verità per farla stare nelle idee che ti sei dato una volta per tutte.

Ma questa cosa qui mi sta totalmente bene. Perché il Movimento 5 Stelle non è uno schierarsi, non è una casa già fatta nella quale entri e da lì in poi diventi qualcos’altro che è la casa e non sei più tu. Il Movimento 5 Stelle è un altro paese che esiste se lo fai esistere, un modo di stare al mondo che è vero se lo testimoni, una decisione di responsabilità, di esserci, di non più sottrarsi, di mai più lasciarsi mettere indietro che diventa realtà se cammina sulle tue gambe.

E per la verità, per quanto mi riguarda, non ha importanza dove si arrivi, sono a questo perché m’importava solo di riuscire a tenere le spalle diritte intanto che andavo. Perciò questa cosa mi sta bene, questa cosa mi sta perfetta, questa cosa, voglio dirlo per sempre nero su bianco, è esattamente il senso che come essere umano desideravo avere.

 

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